Psicodiagnosi

© Christos Georghiou - Fotolia.com

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La Psicodiagnosi serve a valutare, descrivere e comprendere le diverse caratteristiche della personalità di un individuo, allo scopo di conoscerla  profondamente attraverso la formulazione di ipotesi diagnostiche.

Serve, inoltre, a definire i comportamenti abituali del soggetto, ad individuare la presenza o meno di disturbi della sfera affettiva (sintomi di disagio) e cognitiva (memoria, linguaggio, pensiero, intelligenza, etc.).

Si avvale di strumenti per raccogliere quante più informazioni possibili, quali: colloquio clinico, interviste, questionari e test.

I dati raccolti vanno poi sistematizzati, organizzati ed interpretati attraverso un sistema diagnostico di riferimento per dare loro un senso.

Fare Psicodiagnosi non si limita, né si identifica, né tanto meno si esaurisce, nell’attribuire o riconoscere in una persona una certa patologia o disturbo psichico applicandole un’etichetta diagnostica, ma è un processo di “conoscenza della persona” che ci sta di fronte.

Fare Psicodiagnosi rappresenta un momento di incontro tra 2 persone, una delle quali, il cliente/paziente, lascerà che l’altra, lo Psicologo, possa superare la parte esteriore della persona per poter osservare, comprendere e descrivere le caratteristiche psichiche più profonde e dare senso e significato alla personalità.

L’esame psicodiagnostico prevede la somministrazione dei seguenti test e colloqui:

  • MMPI II: Minnesota Multiphasic Inventory – Questionario di personalità a domande chiuse vero o falso.
  • WAIS-R: Wechsler Adult Intelligence Scale Revisited – Valuta il funzionamento intellettivo, cognitivo e di personalità. Si compone di 11 sub-test riguardanti prove verbali e pratiche.
  • RORSCHACH: Test percettivo proiettivo di personalità – Tavole da interpretare.
  • DISEGNO DELLA FIGURA UMANA: Test proiettivo – Test carta e matita.
  • Tre/cinque Colloqui individuali.

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